jueves, 17 de septiembre de 2009

I NIPOTI DEGLI EMIGRANTI

Partirono i nostri nonni verso l'Argentina

Arrivaron in un paese che si chiamava"Alberti"

Salpava il bastimento una mattina

Avean il cuore in gola ed occhi aperti



Trenta giorni quasi, navigaron in mare pien di sofferenza

Per cercar lavoro una pace e una promessa

Le famiglie piangean per la loro assenza

Avean paura per la vita che non era più la stessa.



Tanti decenni son passati,la voce loro ancor si sente

Tramite i nipoti,i cari gi amici ed i parenti

Che cercan le radici con il cuore e con la mente

quando soffriron la fame e poi gli stenti.


Eroi sono stati,questi uomini audaci

Che sfidarono il tempo dell'era tanto ostile

Eran grandi figure erano capaci

Di sfidar la guerra e il mondo vile.



Da San Lorenzo dell'Italia,partirono con valige di cartone

E sacchi addosso con qualche oggetto caro

Un cuore triste e nell'anima il magone,

chi ricorda quei tempi, ha un sospiro amaro.


Grandi sono stati questi uomini antenati

Ed oggi salta il cuore a quei nipoti

Che scavano nel passato dei nonni amati

Che a quel tempo avevano i portafogli vuoti.


Domenico AGRELLI

miércoles, 9 de septiembre de 2009


















UNIVERSO SALLORENZANO

Quante bellezze della natura da ammirare

della nostra terra con ginestre e le viole

lle potrà vedere chi le vuole

ed incantati le si puo guardare.



vorrei cantar sulle cime del Pollino mio

una canzone bella e appassionata

fresca...dolce a mò di serenata

che con l\\\'orecchio ascolta pure Dio.



per le campagne io voglio cantare

con i fiori e quell\\\'aria imbalsamata

delle bellezze la luna è innamorata

coi monti maestosi che sembrano un altare.

DOMENICO AGRELLI

UN ABBRACCIO A TOUT LE MONDE

jueves, 16 de julio de 2009

Poesia en Dialecto


U MIGRANT


Quann u migrant votid’u pais,
P’abbrazzad’i parint ch’ha lassat’
Guardid’u campanar semp tis’
C’assù munn munn ha ricurdat’

Cu vena ddà Girmanii o cchiù luntan
Cu d’America manna nnu salut,
cu vena da Turino o da Milan’
e cu du postu cchiù bicin s’ha ricut.

Quant sacrifiggii ssù poviru migrant’!
E quantu spinn soffridi aint u cor’!
Quant prighir ha fatt a tutt’i sant
Pi bidid’i figghi sui u”grand’amore”.

E mò chi s’ha ricut tutt atturn,
chi valici ancor mminz’a casa,
cuntid’i fatt tutt’u iurn
pu abbrazzid’a mugghiera e si la vasa.

Chi bellu mument! si scordidi i lacrimi sui
E quann si consola chi futografii
Pur s’ada arrivat a nott i dui
Nechidi i guai cu brindisi e allegria.

Domenico AGRELLI

lunes, 29 de junio de 2009

viernes, 15 de mayo de 2009

Domenico Agrelli

un gran poeta ma soprattutto sallorenzani e buona persona

VIAGGIATORI LIBERI

Eccoli…….
Sono li in gruppo che partono……
Sono viaggiatori liberi,
esploratori del mondo che vanno
verso diversi paesi ove
le lingue e i costumi
profumano di fascino ed
arricchiscono l’anima.

Sono…. Migratori per eccellenza
Portatori
Di un brio sereno che
Attingono esperienze in
Una sfera globale.
Sono cittadini del mondo
Ricchi di esperienze chiuse
Nello scrigno prezioso
Stracolmo di ricordi…..

Eccoli …..
Partono con la pace nel cuore…
i….viaggiatori liberi,
verso mete incontaminate
regni della natura,
bevono alle sorgenti
d’acqua pura sulle
pacifiche alture dei monti
dove il cielo è terso,azzurro
e pulito
come il cuore dei……
viaggiatori liberi.

DOMENICO AGRELLI

viernes, 1 de mayo de 2009

POLLINO

Ecco,s’erge alta la montagna!
Che silenzio!
Non una voce, non un passo!
Solo scuoter di pernice in cova;

un’armonia serena,
giochi di neve,cristalli di ghiaccio,brillano
sull’irta massa rocciosa;

sogni sfiorati dalla fantasia!
Da lassù colgo l’invito senza confini e
Scruto il paesino nella valle:
è San Lorenzo Bellizzi,
un piccolo centro a mò di presepio
con case piccole e rustiche.

I secolari pini Loricati ondeggiano lontano,
e le cime delle rocce,
come creste argentate,
ci mostrano l’urto dei secoli,
le tempeste del tempo;
ed io avverto l’immenso……
l’assoluto,l’infinito…..

il mio pensiero
annega oltre confine,

orizzonti a cielo aperto
ove si disciolse l’ultimo guizzo
del firmamento.

un virgineo silenzio…!
Ma ecco la realtà,
la realtà mi scuote! Nell’inconscio
ho scoperto la poesia!
Ispirata alla natura,
affrescata
di colori e di fascino.

Domenico AGRELLI
MERAVIGLIOSE GOLE

di montagne boschi e acque
il mio paese è culla,
laboratorio vivente di
selvagge rocce
sotto il sorriso del fratello sole.

La cascata spumeggiante
Diffonde il suo canto
Bramosa d’abbracciar chi
Le sue acque sfiora ,creando
Emozioni forti
Nella frescura che gode i suoi silenzi.

Alzo sorpreso il capo
E trovo un paradiso, tra
Le maestose rocce
Nel tunnel esteso
Incurante degli spruzzi sul viso,
Ove pace e silenzio
Regalano ebbrezza….e
Gli escursori trovano grandezza.
Coriandoli d’acqua limpida riflessa
Fanno un lungo discorso
Raccontando il passato,il presente
Ed il futuro.
Un futuro infinito……….
Quello delle “Gole del Raganello”

DOMENICO AGRELLI
LE TIMPE

Amate timpe di San Lorenzo!
Giammai oso spegner le speranze,
di vedervi ,contemplarvi….
innalzate al cielo con la nostalgica
voglia che mi dona la pace,
quando scorgo quei ghiacciai,
le nevi bianche brillanti al sole,
lo stupor mi prende con la gioia
e mi sembra di prendere il volo….
Volare lassù sulle vostre cime
Ove solo il saggio vento con
La voce
Di un eterno misterioso, si ode
Posto fra il cielo e la terra.
Allora taccio,stò in silenzio,ed
Intorno a me sento il respiro
Dell’universo sulle vette bianche…
Eterne…..
E nell’anima:un sospiro……dolce…
Un lieve sospiro d’amore!!!!!!

DOMENICO AGRELLI
IL POLLINO EMOZIONE DEL CUORE


Siamo al sud dell’Italia, tra creste argentate, montagne,
Boschi, timpe,torrenti e sorgenti d’acqua pura che scorre
Dalla roccia.
Il suo habitat di antiche tradizioni: l’antico uomo della magna Grecia
E le montagne rifugio di briganti.Questa visione è un partecipar di antiche
Emozioni ma e anche sgomento e angoscia.
Le montagne non sembrano ancora fermarsi e spingersi verso il cielo e poi…..
Declinare in alto piani e campi verdi in pascoli di erbe profumate, colline
Ai piedi del Pollino, degradanti verso immense vallate nelle quali si
Slargano rigogliosi boschi di un magico verde.
Ponti naturali serpeggianti tra le catene montuose,da un montagna subito se ne scorge un’altra.
Spoglie timpe di pietra,innevate montagne,ove si passa da una cima all’altra e l’orizzonte che si allarga e le aguzze pietre si stagliano sulle
Rocciose gole di un torrente chiamato “Raganello”tra verdeggianti
Colline e l’inebriante profumo d’origano che nasce spontaneo.
Tra paludosi sentieri prosciugati: la soffice terra degli orti e delle vigne.
Fra queste montagne storia e mito sono ugualmente plausibili ,impossibile
Scinderli,c’è una specie di fremito nell’ala ove i serpenti sembrano
Incantati.
Questa è la terra di antiche contraddizioni ma anche pacifica,aspra,gentile,ricca,povera,una terra d’amore e di schiavitù.
Cittadelle e paesini abbarbicati su impervi cocuzzoli battuti dal vento,
potrebbero stare in un pugno.
Un gregge di pecorelle seguite da suo cane,cammina lentamente su un tappeto erboso…e il pastore si esercita con il suo organetto a suonare
Una tarantella in una giornata di sole che regala tanta allegria,

Domenico Agrelli
I COLORI DELLA MIA TERRA

IL sole splende nei dintorni
come un’ala di angelo,
sanguigni sono i vestri:
colori ruggenti e frementi di vita,
è un quadro dipinto dalla natura
la mia terra!
con il celeste incenso
della sua cappa ed il verde vivo
delle sue vallate macchiate,
dal rosso sangue dei papaveri;
uno stormo discende
nell’azzurro inviolato librandosi
in un ultima danza,
semi di gioia dispersi nell’aria
da mano sapiente
tra sprazzi di tramonti dorati e rosati.
Spettatore di paesaggi preziosi,
dove scintillano vaghi tesori ignorati,
dietro cumuli d’ombre sonnolente.
T’amo o terra mia!
quando il tuo grande occhio ,
versa un’acqua calda come il sangue,
nelle chiare notti
sorridono le stelle ed il giorno,
oscilla la rondine tra i fili che
accerchia le antenne a fiotti d’ala
ed abbozza profili di partenza.
Remoti ricordi
incorniciati d’orizzonte e scrigni
ricchi di memorie,
il canto del passero trafigge i timpani
con soavissimi spilli,
la poesia e la vita si rincorrono
con ansia,
gareggia la primavera e non intende
ingelosire i fiori e la vita si perpetua
dirama in mille rivoli.
Il pendìo sopra il “Raganello”,
amato fiume,fa rotolare l’acqua
fra le profonde rupi ed il biondo verde
dei campi nuovi.
Vorrei tornare alla terra della mia infanzia!
e chiedere alle maestose “Timpe” ai monti
del”Pollino”di restituirmi i miei
perduti sogni ed i colori tenui
della mia verde età,vestiti d’innocenza
e tenera felicità.
Domenico AGRELLI
PAESAGGIO CALABRESE

Uno sperduto paesino è
Nella Calabria del pianto
Ove l’orizzonte
Mescola nel suo vino
Le amarezze.
Perfezioni e tanti
Canti oscuri con stelle
Di cristallo.
Cielo terso
terra bruciata
canali e torrenti ove
l’acqua scorre lentissima,
crescono gli alberi
tormentati dal vento.
Dal campanile di pietra
Chiama una campana è
Sul vento
S’aprono i rintocchi.
Sul vecchio campanile
Tace la campana,
un ostensorio
risplende sopra i cieli
e fra le gole del grande fiume.
L’acqua fa lunghi discorsi.
La notte si fa intima
Come la piccola piazza
E cerca una pianura
Per inginocchiarsi,
le stelle diventano
campanelle e le
luci urlano tra
gli stretti vicoli
del borgo in discesa.
La calante luna all’alba
Pone parrucche gialle
Sulle tegole
Di vecchie case
Una ragazza bruna cammina
Lungo il serpente dei vicoli
E con un sospiro

Scompare
Nella corrente del vento
Dell’aurora
E dolce ebbrezza
Del mattino.

Domenico AGRELLI

POESIAS DE DOMENICO AGRELLI